Ecco a voi un nuovo aggiornamento su un tema particolarmente importante per chi si occupa di europrogettazione: il nuovo quadro finanziario e la nuova programmazione 2021-2027.

Ci abbiamo già dedicato vari post e una sezione apposita della Guida: questi mesi sono davvero decisivi per il prossimo settennio di progetti europei! A che punto siamo?

Per quasi tutti i programmi comunitari la situazione non è molto cambiata e la si può riassumere come segue (qui la descrizione del processo):

  1. la Commissione europea ha presentato la sua Proposta di Regolamento;
  2. il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con proposte di emendamento;
  3. il Consiglio europeo sta valutando proposta e risoluzione nell’ambito dei suoi comitati tecnici ma non ha ancora presentato nulla di ufficiale in merito.

Questo vale sia per i programmi comunitari, sia per la programmazione generale dei fondi strutturali e dei programmi di cooperazione territoriale.

Iniziamo però ad avere le prime novità: il Consiglio Europeo ha recentemente concluso i lavori e finalizzato la sua posizione in merito al programma Orizzonte Europa. Il regolamento di Orizzonte Europa è dunque pronto a continuare (e si spera, a concludere entro l’anno) l’iter per l’approvazione definitiva. Anche il Meccanismo per Collegare l’Europa (altro grande programma nell’ambito delle infrastrutture) è in dirittura d’arrivo.

Il prospetto proposto dalla nostra Guida resta dunque d’attualità e permette di seguire l’iter legislativo di ciascun programma: di Orizzonte Europa, Erasmus+ ed Europa Creativa (per fare alcuni esempi), ma anche dei regolamenti FESR, FSE e sulla cooperazione territoriale. Lo aggiorneremo man mano con le ultime novità.

Per aggiornamenti in materia consigliamo anche il prospetto a tema “ferroviario” proposto dal Parlamento europeo (legislative train schedule): cliccando su ognuno dei “vagoni” (o temi, o programmi) proposti sulla sinistra è possibile ottenere un riassunto delle informazioni disponibili. Qui (sempre a titolo di esempio) quelli proposti per Orizzonte Europa, Erasmus+, Europa Creativa, FESR, FSE e cooperazione territoriale.

Come sappiamo, il dibattito politico è stato molto acceso sulle tematiche più generali, ovvero sulla definizione delle risorse disponibili per la programmazione 2021-2027 (da cui discende il quadro finanziario pluriennale) e sul cosiddetto “Recovery Fund”. Su questi due punti abbiamo importanti novità.

Il Recovery Fund (anche denominato “Recovery Package”, “Next Generation EU” o NGEU) è una delle novità dell’anno ed è dotato di un’ingente quantità di fondi propri. La dotazione di risorse disponibili per il bilancio pluriennale dell’UE e per NGEU ha raggiunto un difficoltoso accordo in sede di Consiglio europeo, con l’incognita dell’approvazione (prevista, ma non scontata) da parte del Parlamento europeo.

Le principali difficoltà sollevate dal Parlamento europeo riguardavano in particolare – e riguardano tuttora – il necessario aumento strutturale e non eccezionale delle risorse proprie, e di conseguenza della dotazione per il budget “ordinario” dell’UE (ovvero di quello utile a finanziare i vari programmi – NGEU escluso).

Ciononostante, il 16 settembre i deputati europei hanno finalmente espresso il loro parere sul sistema delle Risorse Proprie (qui il testo ufficiale), accelerando il processo di ratifica necessario a reperire i fondi e a lanciare il piano di ripresa. Via libera dunque a “Next Generation EU” e alle prossime fasi della negoziazione per il bilancio post-2020, ma senza abbandonare la richiesta di un calendario vincolante per l’introduzione delle nuove risorse proprie, che resta la priorità strategica (e negoziale) del Parlamento europeo.

La Commissione europea ha congiuntamente presentato il suo piano strategico per il Recovery Fund (qui il testo ufficiale). I piani nazionali (necessari per l’attuazione del programma) sono attesi in una prima bozza per il 15 ottobre: qui la loro probabile struttura e qui le indicazioni della Commissione agli Stati membri.

La gestione operativa del Recovery Fund resta tuttavia un tema di ampio dibattito in sede europea (oltre che nazionale). In particolare, i paesi europei più scettici nei confronti di questa forma di “spesa pubblica europea” (una novità senza precedenti) richiedono condizioni di utilizzo più restrittive rispetto ai paesi che ne beneficeranno maggiormente (tra cui l’Italia).

Questo tema non è citato tra le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo (1 e 2 ottobre), ma ha un certo spazio tra le considerazioni del suo Presidente, Charles Michel, al termine del summit. Nei giorni immediatamente precedenti (30 settembre) era stata approvata a maggioranza qualificata una risoluzione importante, di fatto necessaria a mettere in moto l’utilizzo effettivo del Recovery Fund e dei fondi europei: un primo via libera del Consiglio a una proposta di regolamento con condizionalità relativamente “soft”, legate al rispetto dello stato di diritto.

Cosa significa? Da una parte, il 30 settembre è stato posto un nuovo tassello importante per l’approvazione del quadro finanziario 2021-2027. Dall’altra, emergono all’orizzonte nuove difficoltà: ben nove paesi hanno votato contro questa risoluzione, mettendo a rischio la sua approvazione finale, per la quale sarà necessaria l’unanimità. Il mancato accordo in sede di summit europeo (1-2 ottobre) potrebbe aprire la strada a nuovi ritardi.